Francesca Laura Morvillo: l’anima educativa della Giustizia Minorile
Il 23 maggio 1992, nell’autostrada A29 in territorio del comune di Capaci, una bomba uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca laura Morvillo, anche lei magistrato, e tre agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Francesca Morvillo fu la prima donna magistrato a cadere vittima di mafia.

Daniela Mainenti, nel suo saggio “Educazione e Giustizia. Francesca Laura Morvillo storia professionale e metodo di un magistrato al servizio della giustizia minorile nel quadro dell’evoluzione del sistema” (Pacini Giuridica, 2023), ci offre un’analisi profonda e commovente della figura di questa straordinaria donna, delineandone non solo la statura professionale, ma anche l’impegno etico e umano nel campo della giustizia minorile.
Il libro si articola in un percorso che va oltre la semplice biografia, immergendosi nella complessità del sistema giudiziario italiano e, in particolare nella sua evoluzione in relazione ai minori.
Mainenti non si limita a raccontare la vita di francesca Morvillo, ma ne analizza il “metodo”, un approccio che coniugava rigore giuridico e profonda sensibilità pedagogica, ponendo sempre al centro il benessere del minore, anche e soprattutto quando questo si trovava in conflitto con la legge.
Questa prospettiva è cruciale, poiché evidenzia come la Morvillo non fosse solo un’esecutrice del diritto, ma una vera e propria educatrice, consapevole che la giustizia, specialmente quella minorile, deve mirare al recupero e alla reintegrazione, non solo alla punizione.
Il saggio pone in risalto la “scelta di Campo” di Francesca Morvillo, quella di dedicarsi alla giustizia minorile, un settore spesso misconosciuto o sottovalutato, ma di fondamentale importanza per la costruzione di una società più giusta e inclusiva.
Mainenti riscostruisce con cura l’ambiente professionale in cui la Morvillo operò, l’evoluzione delle normative e delle prassi, e il contesto culturale e sociale che influenzò il suo operato.
Emergono così le sfide che i magistrati minorili devono affrontare quotidianamente: la necessità di conciliare il rispetto della legge con la tutela dei diritti dei minori, la complessità delle dinamiche familiari e sociali, la carenza di risorse e la necessità di una formazione specifica e multidisciplinare.

Uno degli aspetti più interessanti del libro è l’approfondimento del “metodo Morvillo”.
Questo non era un insieme di regole predefinite, ma piuttosto un approccio olistico che integrava conoscenza giuridica, psicologia, sociologia e pedagogia.
La Morvillo era convinta che per comprendere il minore in difficoltà fosse necessario andare oltre il mero fatto giuridico, indagando le cause profonde del disagio, le dinamiche familiari, il contesto sociale e le opportunità di recupero.
Nel libro si sottolinea come la sua visione fosse precorritrice, anticipando molti dei principi che oggi sono alla base della giustizia riparativa e del ruolo educativo del giudice minorile.
L’autrice riesce a restituire un ritratto vivido di francesca Morvillo, non solo come figura professionale di altissimo livello, ma anche come persona dotata di grande umanità e intelligenza emotiva.
Attraverso testimonianze, documenti e un’attenta analisi della sua produzione giuridica e delle sue sentenze, Mainenti dipinge un quadro complesso e sfaccettato, rivelando la forza d’animo, la dedizione e la profonda etica che animavano ogni sua decisione. Il suo impegno nel campo della giustizia minorile non era solo un dovere professionale, ma una vera e propria missione, dettata da una profonda fede nella possibilità di recupero e di reintegrazione dei giovani in difficoltà.
Ringrazio la professoressa Daniela Mainenti per il suo prezioso libro che ho piacevolmente scoperto, durante la ricerca di notizie sul Magistrato Dott.ssa Francesca Laura Morvillo.
Cristina Oggiano
Daniela Mainenti è professore straordinario in diritto processuale penale comparato dei paesi Euro-Med presso UTIU Università Telematica Internazionale UniNettuno.