Il poeta Oliviero Malaspina

In memoria di Oliviero Malaspina, cantautore, poeta e scrittore, coautore dei Notturni di Fabrizio De André.

Ho rimandato a lungo questo momento e mi sono domandata più volte se fosse il caso di scrivere di te, sapendo che avrei dovuto inevitabilmente scrivere di me. Poi mi sono ricordata che di te avevo già scritto, non solo per riviste e blog.
Mi avevi chiesto di curare la prefazione per la tua ultima silloge: 32 poesie. Insieme l’avevamo proposta a qualche casa editrice. L’apprezzamento era stato unanime, come pure l’amarezza per un genere che non si vende più.

Avevi allora deciso di donare la tua poesia alla gente, come avevi già fatto altre volte, pubblicandola nella rivista Satisfiction, con la quale collaboravi.

La prefazione, che pubblico in tuo ricordo, grazie alla disponibilità del blog Voci di Siniscola, nasce dallo stupore misto a inquietudine che ha accompagnato i miei risvegli, durante la composizione di quelle poesie. Un risveglio impreziosito dai versi che mi affidavi in custodia, con la consueta impazienza di avere un mio parere. Io, invece, avevo bisogno di riprendermi dall’emozione, troppo grande per poterla tradurre in parole con l’immediatezza attesa.

La dedico a te. Alla forza invincibile di quell’emozione condivisa. Alle affinità elettive dell’amicizia autentica e profonda.

LA PROSSIMA VOLTA SAREMO FELICI

La lettura di poesie è un viaggio avventuroso.
Ci si addentra nelle concavità e nelle convessità dell’animo del poeta per giungere inaspettatamente alle proprie. È un incontro con l’altro da sé, nella comune appartenenza al mondo. La scoperta di questa appartenenza.
Nessuno fa ritorno da un viaggio così come è partito.
I passi segnano il cammino e si imprimono nell’anima del viaggiatore. Un’anima tanto traboccante da dimenticare sé stessa per tramontare in altro. La poesia si legge attraverso la vita e la nutre. Il lettore è parte integrante del processo creativo e lo completa sul piano semantico ed emozionale, arrendendosi alla seduzione della parola, alla sua potenza trasformatrice.

La poesia di Oliviero Malaspina è l’atto di pace di una guerra feroce e sanguinosa.
Chi ne conosce la scrittura, sa bene la sensazione ambivalente del taglio e dell’olio sulle ferite, mentre lo spirito si riempie di stupore e grazia. Il costante superare sé stesso, per conservare la propria essenza di poeta autentico e abissale.

Come un funambolo, Malaspina è uno che rischia: o cade o sta su.
Non recita come un attore di teatro, ma osa ogni precipizio, affidandosi alla via e alla luce delle stelle. Si avventura su ogni fune, con passo risoluto: le corde tese sugli inganni e le contraddizioni dell’esistenza e quelle tirate sopra i dirupi del proprio essere. A un passo dalla follia. “Soltanto pazzo! Soltanto poeta!” (per dirla con Nietzsche).
Il suo delirio creativo è un balsamo di purezza quasi innocente.

I versi di questa raccolta non sono semplicemente belli, ma sublimi in senso kantiano.
Come il mare in tempesta, muovono un sentimento intermedio e dialettico tra la meraviglia e lo sgomento. Annodano il “rimedio della bellezza” al tremore, alle angosce e alla sofferenza che attanagliano l’esistenza umana.

Sono versi intonati e al tempo stesso detonanti.
Per il loro essere, per il significare, perché il grido di sofferenza che vi scorre sopra suona come una bella musica. Per le emozioni provocate e al tempo stesso risolte. Emozioni che oltrepassano le parole e si fanno carne. Carne che viene assorbita dalle parole, come l’inchiostro dalla carta velina.

Il poeta, si sa, non è un angelo e scaccia i demoni in virtù dei demoni. Un bambino, ma con la consapevolezza dell’adulto e la maestria o la spregiudicatezza del baro. Come un bambino, si toglie le scarpe e percorre scalzo sentieri impervi, tra sassi aguzzi, spine e ortiche. Sa che si ferirà, ma questo è il senso del suo essere al mondo e insieme la forza della sua libertà. Tuttavia, ogni volta si stupisce delle ferite e le racconta come se fossero uno scherzo del destino.

Oliviero Malaspina, non è un poeta che si possa leggere con animo leggero o con fare distratto.
Il dolore, sebbene reso nell’arte diventi “caro” al poeta e benedizione per chi legge, non cessa di essere dolore. Le sue poesie trafiggono il cuore, fino a ridurlo in mille pezzi. Eppure al tempo stesso consolano (senza alcun intento consolatorio), come appiglio di bellezza nel deserto dell’esserci. Come armonia degli opposti, stella danzante che nasce dal caos, restituzione di senso, umanissimo.

Gli opposti, in questa raccolta, sono salute e malattia, realtà e illusione, amore e odio, nascita e morte.
Quest’ultima, sembra prevalere su tutte le opposizioni, con l’amore come anello di congiunzione che invera entrambe.
L’amore nato prima che l’amore stesso avesse un nome. Come quello tra madre e figlio, separati dal piccolo destino della morte e uniti per sempre nel destino del sangue. Nella vita, che nel farsi vita, ha già vinto.
Ed è proprio la vita il senso di ogni naufragio poetico di Oliviero Malaspina.
Solo chi ne conosce il miraggio, scrive il poeta, sa che non c’è nulla di poetico nella vita, se non la vita stessa.


In questa raccolta il lettore troverà la poesia e la “poesia della poesia”.
Se la poesia è il momento in cui l’uomo e il mondo parlano lo stesso linguaggio, quello che emerge da questa silloge è un mondo con infiniti sentieri non ancora percorsi, molteplici isole, altrettante salvezze e perdizioni. Un mondo dipinto con pennellate nitide, senza ammiccamenti e censure. Non è facile spiegare ciò che si può solo sentire e vivere.

Da persona fortunata che ha visto muovere i primi passi di questa opera, posso soltanto rendere grazie a Oliviero Malaspina. Innanzitutto per il coraggio. Scrivere poesie è un atto di coraggio in un’epoca imborghesita, omologata e svagata nella schizofrenia collettiva della cultura di massa. Un’epoca che di poesia ha disperatamente bisogno, proprio perché pensa di poterne fare a meno.

Un grazie anche per la maestria. Per la clemenza della sua spietatezza.
Soprattutto, per averci dato di condividere un pezzetto del suo cammino tra le strade del mondo, che sono anche le stanze della nostra anima.

Pasqualina Traccis

Per saperne di più su Oliviero Malaspina:
https://it.wikipedia.org/wiki/Oliviero_Malaspina#:~:text=Oliviero%20Malaspina%20(Vallechiara%20di%20Menconico,cantautore%2C%20scrittore%20e%20poeta%20italiano.

Per leggere le poesie e altri scritti:
https://www.satisfiction.eu/per-un-pugno-di-parole-7/
https://www.satisfiction.eu/oliviero-malaspina-inedito-la-prossima-volta-saremo-felici/

Per la sua musica:
https://youtube.com/@olivieromalaspinaofficial3955?si=OO0rTlYMGWFpQFiZ

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